#24
2° Parte
Anarchy in the U.K.
In una base
sotterranea in mezzo alle Highlands scozzesi.
Chi fosse in grado di vedere questi uomini non
avrebbe alcuna esitazione nel riconoscere il cappucci che gli coprono il volto:
sono le inconfondibili maschere dell’Impero segreto, una società che lavora
nell’ombra nell’intento di rovesciare l’ordine mondiale. La sola differenza che
hanno con quelli dei loro predecessori – che qualche anni fa tentarono di
screditare Capitan America agli occhi della nazione (1) - è che anzichè i numeri arabi,
costoro hanno i numeri romani sulla fronte.
<Signore, la prima parte dell’operazione “Dividi e
regna” è andata a buon fine. >
<Perfetto. Procediamo con la seconda parte allora.
> e se potessimo vedere sotto il cappuccio di numero I lo vedremmo
sorridere.
Nel centro di
Londra. Ora.
Una guerra civile. Quella che si stava scatenando nel
centro di una delle più importanti città del mondo non poteva definirsi in
altro modo.
<Dinamo, ma che sta succedendo? Perchè
non rispondo?> domandò Capitan Bretagna dall’alto della sua posizione
nel cielo.
<La fine del mondo, ecco cosa sta
succedendo. Pare che tutta Londra sia in preda ad un raptus omicida>
<Che cosa?>
<E’ così. Stanno linciando Key
proprio davanti all’albergo. Vado in suo aiuto. >
<Aspetta, veniamo anche noi> fece appena in
tempo a finire la frase che il fragore di un’enorme esplosione proveniente da
Westminster risuonò nelle loro orecchie
<Mon Dieu! > esclamò Northstar
<Andiamo!> gridò Capitan Bretagna
abbandonando la sua posizione e precipitandosi verso la riva
settentrionale del Tamigi.
Un ordigno era scoppiato all’interno della
metropolitana: l’esplosione fu così potente che il tetto era rimasto così
danneggiato che minacciava di crollare da un momento all’altro; senza indugiare
Brian Braddock si mise a sostenerlo con le sue
possenti spalle, dando l’opportunità a Northstar,
volando a straordinaria velocità, di portare via i cittadini (presi dal panico
più totale) fuori dalla stazione.
<Ce la fai Bretagna? > chiese Jean Paul
<VAI,VAI,VAI!> gli rispose l’altro,
digrignando i denti per lo sforzo immane.
Nel frattempo la Dinamo Cremisi si apprestò a dare
soccorso al collega: non essendo equipaggiato di armi non letali, fece l’unica
cosa gli fosse possibile e investì lui e i suoi aggressori con potenti
ultrasuoni, sperando che l’acuto rumore impedisse a quella gente di fare la
pelle al suo compagno. La Dinamo portò il compagno in salvo, chiedendogli come
stava. Il teutonico, sfinito, riprese fiato e disse:
<E’....è qualcosa che ti prende la testa, che ti
spinge a... odiare. Una specie di... onda psichica. Io...>
<Un onda psichica, dici?>
così dicendo la Dinamo digitò alcuni tasti nella tastiera inserita nel
polso della sua armatura
<Hai ragione. Effettivamente c’è una
strana frequenza nell’aria. Posso provare a risalire alla fonte>
<NO! Non tu! Tu sei l’unico in grado di fermare questa
follia. Quella degli ultrasuoni è stata una trovata brillante, ha funzionato
prima. Devi continuare così, anche con gli altri. Puoi darmi quel
dispositivo?>
<Si> e gli diede
l’oggetto, non più grande di un cellulare, dopo di che spiccò il volo e volando
a pochi metri dalle teste della popolazione inferocita, usò le sue mani come
altoparlanti, e come una assordante sirena cercò di riportare la calma a
chiunque fosse a portata d’orecchio.
Nel frattempo, nella
hall
Pira Ardente e Marianne continuavano il loro duello:
le fiamme generate dalla mutante giapponese avevano appiccato un incendio
nell’albergo; non appena giunse sul luogo Key prese l’idrante e investì
le due ragazze con un potente getto d’acqua. Le due ragazze di ripresero in
pochi minuti
< Mon Dieu...qu’est-il arrivè?> chiese Marianne
<S-Stai bene?> le chiese Pira Ardente
<Oui je vais bien... sto bene. Ma
cos’è stato? La mia testa...>
<Volevo distruggere tutto...> confessa Leyu
<Adesso non c’è tempo per le spiegazioni, ragazze.
Andate di sopra adesso... gli altri si staranno massacrando. Dovete proteggere
i capi di stato subito!> ordinò loro, e le due ragazze scattarono in
soccorso dei due loro compagni, dopodichè Geyr Kluge cercò di contattare Northstar col suo comunicatore
<Jean Paul, mi ricevi? Jean Paul! Rispondi!> ma il
canadese non rispondeva, impegnato nella sua missione di salvataggio.
Ai piani
superiori
USAgent era uno tra i migliori
lottatori corpo a corpo del mondo, la sua agilità e i suoi riflessi gli
permettevano di dominare il combattimento, schivando i colpi del suo avversario
e colpendolo a sua volta.
Titano non aveva l’addestramento di USAgent,
ma non gli serviva. La sua invulnerabilità gli permetteva di resistere dai molteplici
colpi con cui l’americano lo percuoteva, colpi che avrebbero storpiato o ucciso
un uomo normale ma che Angelo Conti incassava senza batter ciglio. La maggior
parte dei suoi attacchi invece mancavano il bersaglio o si schiantavano contro
il suo scudo, ma quelli che riuscivano ad andare a segno colpivano con la forza
di un maglio.
Una volta che li raggiunsero, le due
supereroine videro i loro compagni assorti nel tentativo di uccidersi a
vicenda, proprio come stavano facendo loro due pochi minuti prima.
<Io penso a Titano, tu a USAgent>
<D’accord!>
e così dicendo la supersoldatessa transalpina
attaccò il suo corrispettivo americano, mentre le sfere infuocate della
nipponica circondavano l’italiano, che però data la sua invulnerabilità non
temeva quel muro di fuoco.
La situazione non migliorò, i due uomini avevano
semplicemente cambiato l’oggetto del loro odio, e si accanirono con furia
sulle loro compagne. Non sentivano ragioni, evidentemente la loro indole
aggressiva veniva ampliata da quel misterioso congegno.
Nella stazione
della metropolitana
Mentre sosteneva il tetto della stazione, Capitan
Bretagna pregava Merlino affinchè la sua forza non
venisse meno e di essere in grado di sopportare tutto quel peso , almeno il
tempo necessario per far in modo che Northstar
mettesse in salvo tutta quella gente. Il mutante canadese si muoveva ad una
velocità elevatissima, quasi invisibile all’occhio umano, ma per Braddock non era abbastanza.
C’erano migliaia di persone che usarono la metropolitana
quel giorno, e Jean Paul Beaubier, al massimo di due
alla volta, li portò fuori a molti metri da lì. Una volta che anche l’ultimo
londinese fu messo in salvo il velocista torno dal suo compagno
<Bien, mon Capitaine. Ora tocca a
te.>
<V-Vattene Jean Paul. Non-non puoi farcela portando
anche me...>
<Mi sottovaluti. Allora, trattieni il fiato e... un, dois,
trois...>
Northstar si strinse forte a Bretagna
e volo al massimo delle sue possibilità, evitando il crollo delle macerie. I
due si ritrovarono a centinaia di metri di distanza.
<Allora? È stata una bella corsa, non ti pare?>
chiese il canadese
<G-Grazie.... sei stato eccezionale.> disse l’inglese,
sfinito.
<Northstar, dove diavolo
sei, maledizione? RISPONDI!> si senti provenire dal suo comunicatore
<Nemmeno un minuto per riposare. Tu ce la fai?>
<Si, sto bene. Dammi solo un minuto per riprendere
fiato. Tu va pure.>
<Okay allora. A dopo.> E svanì volando a velocità
supersonica.
Nel centro di
Londra
<Jean Paul, dannazione, rispondimi!> gridò Key al
comunicatore, sperando in una risposta.
<Si può sapere che hai tanto da urlare? Guarda che
neppure io stavo giocando!> disse Northstar,
materializzandosi alle sue spalle.
<Grazie a dio sei qui. Tutto questo sta accadendo a
causa di una strana onda psichica, che ci rende aggressivi e violenti.
Ascoltami attentamente.> e gli mostrò il dispositivo ricevuto dalla
Dinamo
<Questo è un rivelatore di frequenze. Più ti
avvicinerai alla fonte e più il segnale sarà forte. Devi trovarla e
distruggerla, hai capito? Sei l’unico di noi che può coprire maggior
territorio nel minor tempo possibile.>
<D’accord, mon ami. Contaci> e sfrecciò via.
Era tanto veloce che risultava quasi invisibile ad occhio
nudo, si era messo a setacciare palmo per palmo l’intero centro della
città, dai tetti dei palazzi agli angoli di strada: veloce, troppo veloce per
determinare quanto tempo impiegò nella sua ricerca, ma finalmente il
rivelatore cominciò a “bippare”
all’impazzata una volta arrivato nei pressi un cassonetto
dell’immondizia. Jean Paul frugò tra i rifiuti fino a svuotarlo per metà
in pochi secondi, e finalmente trovò l’agognato oggetto: stava in un palmo di
mano, e aveva come un pulsante in cima; il bottone una volta premuto non si
poteva disattivare, quindi Northstar colpì il
marchingegno con centinaia di colpi al secondo fino a distruggerlo. Non appena
lo fece, il rivelatore di frequenze smise di suonare.
Key e la Dinamo videro tutti i cittadini di Londra
crollare terra stremati, esausti , come al termine di un immane sforzo.
Intorno a loro uno scenario apocalittico, come dopo i bombardamenti del ’40, ma
perlomeno le persone smisero finalmente
di massacrarsi a vicenda. I due eroi intuirono che Jean Paul ce l’aveva
fatta.
Ai piani
superiori
USAgent e Titano smisero di
aggredire le loro compagne. Dopo un attimo di smarrimento, Agent corse
verso la sala riunioni gridando <IL PRESIDENTE!> mentre i
suoi colleghi lo seguirono correndo nella stessa direzione. Spalancarono la
porta e non videro nessuno: nella sala non c’era più nessuno , solo un fumogeno
che ormai stava perdendo il suo effetto
<MALEDIZIONE! CI HANNO GIOCATI!> gridò USAgent picchiando il suo scudo sul pavimento
<Era un fottuto diversivo, e ci siamo cascati con
tutte le scarpe...> disse Titano, amareggiato
<Merd...> aggiunse Marianne, disperata, mentre Pira
Ardente non disse niente, ma i denti stretti e i pugni serrati esprimevano
tutta la sua ira.
Più tardi, nella
sede di Scotland Yard
<Il primo ministro inglese, il Segretario Generale e
altri sette capi di governo rapiti in pieno giorno nel centro di Londra e voi
dannati supereroi che fate? Scazzotate fra di voi,
come nei fumetti! > gridò furiosamente Dai Thomas <Lo sapevo, lo sapevo
che non c’era da fidarsi di voi buffoni in costume!>
<Dacci un taglio, compare>
disse Titano <Abbiamo toppato, lo so, ma non è stata colpa
nostra. Eravamo sotto l’influsso di....>
<Di cosa, della fata Morgana?> lo interruppe il
Sovrintendente.
<No signore, si è trattato di un dispositivo
elettronico> continuò Key <Un congegno che obbliga le persone a compiere
atti di violenza. Grazie alla tecnologia della Dinamo siamo riusciti a
localizzarlo e disattivarlo... o meglio, lo ha fatto Northstar,
che non è qui.>
<Come Capitan Bretagna. Che fine hanno fatto?
son rimasti feriti nell’attentato alla metropolitana?> chiese USAgent.
<Lo escludo. I soccorsi dicono che non c’è traccia di
quei due> aggiunse Thomas.
<Come mai gli effetti di questo dispositivo non avuto
effetti solo su voi cinque?> chiese Davidson, arrivato al commissariato a
bordo di una Rolls Royce poco dopo la fine dei disordini
<Io ero protetto dalla schermatura
della mia armatura> rispose la Dinamo Cremisi <Ma
anche Bretagna e Northstar erano rimasti immuni.
Deduco che l’ondata psichica non si espandeva verso l’alto>
<Non ci sono notizie degli altri due?> chiese
Marianne
<Potrei andare a cercarli, fare una ricognizione
aerea...> disse la sorella di Sole Ardente
<Non sarà necessario> esclamò un agente dello
S.H.I.E.L.D. che entrò nella stanza <Northstar e
Bretagna hanno catturato alcuni terroristi. Li abbiamo portati nella sala degli
interrogatori. Abbiamo portato un equipe medica dello S.H.I.E.L.D. per
occuparsi delle vostre ferite, i vostri compagni sono lì.>
Il resto del team si recò dallo staff medico, che si
occupò di loro, in particolar modo di Geyr, che aveva
riportato diverse ferite a causa del pestaggio .
<Jean Paul, posso vedere quel congegno? >
<Oui. Pensavo di
farlo vedere ad uno di voi cervelloni: dagli un’occhiata, è uno strumento
curioso.>
Kluge lo aprì a metà e vide che
al suo interno c’era una specie di modellino di cervello umano. Come agente
dello S.H.I.E.L.D., seppur della sezione europea, sapeva di cosa si trattava
<La bomba della follia. L’avevo immaginato. Chiunque
ci sia dietro ha conoscenze e mezzi> (2)
<Ehi, dov’è USAgent?>
domandò Titano <Gliene ho mollati un paio niente male, dovrebbe farsi
vedere...>
<Giusto, e non solo lui....che fine hanno fatto gli
altri?> aggiunse Jean Paul
<Capitan Bretagna è a colloquio con il Sovrintendente,
mentre Agent, Pira e la Dinamo sono andati direttamente alla sala degli
interrogatori> li informò un infermiere
<Non mi piace. Cos’è questo mistero?> disse
risoluta Marianne < Andiamo anche noi.>
S’incontrarono davanti l’ingresso della sala:
l’americano, la nipponica e il russo uscirono dalla stanza poco prima che i
loro compagni li raggiunsero.
<Non abbiamo tempo da perdere squadra> disse loro
USAgent <Siamo diretti in Scozia. E’ lì che tengono il Presidente e gli
altri capi di stato. Muoviamoci!>
<Aspetta un momento> gli disse Marianne tenendolo
per un braccio <Muoviamoci, andiamo in Scozia... perchè non ti prendi un
minuto e ci ragguagliate?>
<Vi daremo i dettagli una volta in volo, non c’è tempo
per le spiegazioni adesso...>
<Che vuol dire? Non abbiamo...>
<BASTARDO D’UN FASCISTA!> gridò Capitan Bretagna
interrompendo bruscamente il collega italiano
<MA CHE COSA HAI FATTO? >
<Di che stai parlando?> domandò Key
< HA TORTURATO I PRIGIONIERI! LI HA PESTATI,
MASSACRATI!>
<Beh cosa dovevo fare, Braddock? Offrirgli il the e i
biscotti?>
<Lui... cosa???> disse incredula Marianne, che già
in occasione della Guerra dei Mondi aveva avuto modo di confrontarsi con
la durezza e la mancanza di scrupoli del supersoldato americano (3)
Northstar muovendosi a supervelocità si recò nella stanza
a controllare, tornò un secondo dopo confermando quanto detto dal compagno
<E’ vero. Hanno subito un pestaggio>
<Ho fatto quel che dovevo fare!> esclamò
<Il Presidente degli Stati Uniti è stato rapito da dei terroristi! Non ho
tempo per le sottigliezze! Io...>
<Non ci posso credere! Leyu... tu sei rimasta a
guardare?>
<Nella famiglia Yoshida pratichiamo il Bushido. Questi uomini sapevano cosa
stavano facendo e a cosa andavano incontro in caso di cattura. Non ho nulla da
obbiettare. La missione è l’unica cosa che conta> rispose risoluta
<Siamo un unità
militare, e stiamo affrontando dei terroristi. Non abbiamo tempo per le
debolezze morali di...>
<Debolezze morali? Ti dice nulla la “terza Convenzione
di Ginevra”??> gli disse Bretagna, sprezzante
<D’altronde, il compagno Stalin era abituato ad agire
così, n’est-ce pas? > aggiunse
sarcasticamente Northstar, e la sua allusione irritò la Dinamo.
<Va bene ragazzi,
ora basta, stiamo tutti esagerando. Non dico di approvare il loro
comportamento, questo no, ma dobbiamo riconoscere che dato le
circostanze...>
<”Per questa volta”, “facciamo un’eccezione, uno
strappo alla regola”... voi italiani non vi smentite mai, vero? Sempre con due
piedi in una staffa!> lo interruppe Marianne
<Ehi! Te lo detto, non approvo ma...>
<”Ma” nulla! Hai passato troppo tempo in mezzo a
quei mafiosi che hai dimenticato com’è che ci si comporta...> gli
rispose lei.
Continuarono per minuti, alzando la voce e minacciandosi, alludendo a vari luoghi comuni suoi rispettivi paesi. In tutto quella bolgia nessuno notò che Key si allontanò per cercare un angolo appartato e silenzioso per parlare al suo comunicatore da polso.
<Ehi Rudi Voeller! (4) Perchè non mi dai una mano a metter pace?>
<Perchè ero occupato a comportarmi da professionista> rispose il tedesco <Ho informato lo S.H.I.E.L.D. per avere un jet rapido, arriverà a minuti. Ora, questo il momento di discutere come sono state ottenute certe informazioni; abbiamo una missione da compiere e dobbiamo eseguire gli ordini, punto!> disse guardando in direzione di Marianne e Bretagna <Tuttavia> continuò puntando il dito sul torace di USAgent <La cosa non verrà insabbiata. Vi farò rapporto, ad ognuno di voi. Il fine non giustifica i mezzi, mai. Erano i miei connazionali a giustificarsi col “eseguivo soltanto gli ordini”, Agent, non dimenticarlo. Capitan America non l’avrebbe mai fatto.>
<Io non sono Capitan America, ficcatevelo in
quelle teste! E ora andiamo, vi darò i dettagli della missione una volta in
volo.>
Un furgone della polizia li scortò fino alla pista
d’atterraggio, dove come anticipato da Key un jet li stava aspettando. Salirono
a bordo tutti in nervoso silenzio, tutti tranne la Dinamo Cremisi che decollò
in anticipo, mantenendo il contatto radio. La missione era la cosa più
importante e aveva la priorità assoluta, ma la cosa non sarebbe finita lì: non
appena il jet decollò, tutti i membri a bordo sapevano con certezza che la
squadra speciale World Watch non aveva futuro, e che nessuno di loro avrebbe
mai più collaborato con il resto della squadra.
Le Note
1=
L’Impero segreto è un'associazione criminale composta da anonimi membri
mascherati che si differenziano solo per il loro numero di riconoscimento, che
nell’indimenticabile ciclo scritto da Steve Englehart nel 1974, mosse una campagna diffamatoria contro Capitan America. Il
piano alla fine fallì e si concluse con il suicidio del loro
leader, il numero 1, la cui identità non venne mai rivelata ma si rivelò
essere un uomo che aveva un’alta carica nel governo degli Stati Uniti (secondo
alcuni Englehart suggeriva che fosse il Presidente Richard Nixon in persona).
Quell’episodio scatenò in Steve Rogers un tale disprezzo verso il governo
che lo spinse ad abbandonare il nome e lo scudo di Capitan America optando per
i panni dell’anonimo Nomad. La versione europea di tale gruppo, con i numeri
romani sul cappuccio, è una mia invenzione.
2= La saga
“Madbomb” di Jack Kirby è una delle saghe di Capitan America più note e
controverse scritte dal Re a metà degli anni 70. Durante il bicentenario
dell’America, Cap e Falcon sconfissero un gruppo sovversivo che cercava
di distruggere gli Stati Uniti dall’interno utilizzando la “bomba della
follia”, un congegno i cui effetti avete letto nella storia qui sopra. Al
momento in cui scrivo sono passati 10 anni fatti del G8 di Genova, e rivedendo
quelle terribili immagini al TG ho (purtroppo, aggiungo) notato alcune analogie
con i disegni di quella celebre storia, per questo motivo ho deciso di
utilizzare la bomba della follia per spiegare i disordini avvenuti durante il
G8 della mia storia.
3= E’ tutto
in “Marvel It presenta: La Guerra dei Mondi parte seconda (Gli dei di Marte)”
4= Rudolf Völler detto Rudi è un ex
calciatore tedesco che ha militato nell’A.S. Roma dal 1987 al 1992 (142 presenze
e 45 gol in serie A) campione del mondo con la Germania ai Mondiali del 1990 .
Biondo e con dei folti baffoni, ha una vaga somiglianza con Key e non potevo
esentarmi dal far citare ad un personaggio italiano la passione per il calcio -_^
Carmelo Mobilia